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Grande musica lo scorso 4 agosto a Villapiana (CS) per il MiC Rock Festival. La prima edizione della rassegna, ospitata in un grande spazio verde, ha proposto un cartellone di rilievo, con band di primissimo livello nell’ampio universo del rock’n’roll (e metal in particolare): dai gotici e romantici “Elegy of Madness” (Anja Irullo, voce; Tony Tomasicchio, chitarra e cori; Luca Basile, violoncello; Alex Martina, basso; e Lorenzo Chiafele, batteria), nati nel 2006 da un’idea di Tony Tomasicchio (“in un momento di rabbia, per una delusione musicale…”), ai “Lacuna Coil”, sestetto (con i tre membri originali Cristina Scabbia, co-lead vocalist; Andrea Ferro, co-lead vocalist; e Marco Coti Zelati, bassista; e i due nuovi: il batterista Ryan Blake Folden e il chitarrista Diego Cavallotti) partito dal quartiere Quarto Oggiaro, banlieu di Milano, alla volta del mondo intero ed emotivamente trascinato dall’icona-rock, Cristina Scabbia, oggi anche battagliera giudice del talent ‘The Voice’, fino ai “Joe Stump’s Tower of Babel”, formazione di relativamente fresco conio (si parla del 2017, se la memoria non mi inganna, ovvero l’anno di “Lake of Fire”) e di marcate radici euro-americane anche per la presenza del chitarrista Joe Stump, il drummer Marc Cross e il bassista di origini calabresi Nic Angileri, capaci di creare un sound sospeso tra l’hard classico e le nuove frontiere. E poi ancora altre tre band di notevole valore, come puntualmente ricordato nell’intervista che segue, per un evento straordinario lungo 6 ore e condiviso con un pubblico evidentemente non legato solo al rock metal ma al rock tout court. Quello andato in scena a Villapiana è stato un evento doppiamente significativo: detto (a beneficio di chi non c’era) del suo valore sotto il profilo musicale, è importante sottolinearne con eguale forza i meriti sotto quello di modello organizzativo e promozionale che si offre all’attenzione di una regione bisognosa di nuovi promoter e di nuovi spazi creativi ed espressivi come dell’aria che respira, per ritrovarsi al passo di un mondo da secoli ormai non più legato ai soli canoni folklorici. Da questo punto di vista, l’intenzione degli organizzatori di proseguire sulla strada intrapresa, magari completando l’interazione con il territorio, denota coraggio e coerenza. Qualità che meritano attenzione e curiosità, sia da parte dei fans del rock che dei media. E meritano altre occasioni. Ecco perché abbiamo lavorato a questa intervista con gli organizzatori e per questo mi sento di dire: lunga vita al rock’n’roll e a tutti i suoi amanti! Bonne chance al festival e all’associazione “Apollo’n’Arts”…                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             (Antonello Fazio)

 

Cosa significa organizzare un raduno rock rispetto al territorio scelto?
«Credere in un sogno un po’ folle, forse troppo folle, tanto da crederne fattibile la realizzazione. La sfida è imparare ad osservare, ascoltare e carpire la profondità dei diversi linguaggi musicali, abbandonare quei luoghi comuni che portano a giudicare anzitempo e offrire una diversa prospettiva al territorio. Negli ultimi anni abbiamo notato una crescente attenzione verso il mondo rock nelle sue diverse sfaccettature e questo è testimoniato dalla qualità delle diverse band attive nel territorio calabrese. Il MiC Rock Festival vuole sottolineare questo trend.»

 

Come risponde il pubblico? (Specialmente in relazione ai luoghi, alle scelte artistiche e ai servizi offerti)
«Il pubblico risponde bene, soprattutto quello che ama particolarmente certe sonorità, ma anche chi ascolta meno questo genere mostra molta attenzione e curiosità. La sensazione che si ha è che piano piano la gente desideri uscire dai luoghi omologati e “sicuri”. La location, il teatro aperto con un ampio spazio verde, ben si presta ad una manifestazione di questo tipo: musica dal vivo e voglia di stare insieme con una birra e un panino. Il pubblico ha già chiesto che l’evento possa ripetersi poiché è stato molto apprezzato sia per il contesto sia per la scelta del palinsesto e questo ci rende molto felici. L’area è molto grande, i servizi offerti possono essere molteplici.»

 

Quali band sono state scelte per questa edizione del MiC Rock Festival?
«La triade metal, cardine della serata è costituita dai pugliesi Elegy of Madness, gruppo gothic symphonic metal, dalla band hard rock internazionale Joe Stump’s Tower of Babel e dai Lacuna Coil, headliner del Festival, una delle band rock/metal italiane più               famose al mondo. La triade è preceduta dalla magnifica voce della cosentina Elisabetta Eneh accompagnata dalla sua band, dai milanesi Break Me Down e dalle due band band calabresi, Il Genere e Lost Reality. Un palinsesto all’insegna della grande musica rock le cui sonorità vanno da influenze elettroniche a un rock potente ed energico con shredder di alto profilo.»

 

Siete aperti a collaborazioni con eventi simili?
«Lo spirito dell’iniziativa, alla base dell’evento e più in generale dell’associazione Apollo’n’Arts che ha promosso l’evento, è proprio orientato alla collaborazione e alla promozione culturale. Al fine di ampliare l’offerta culturale, riteniamo importante la collaborazione con altri eventi artistici simili.»

Con quali prospettive (nel piccolo e nel breve periodo) lavorate a questo progetto?
«Il progetto MiC Rock Festival nasce con l’intento di favorire l’incontro, lo scambio e la crescita della cultura musicale e per dare spazio anche a band meno note. L’obiettivo di noi organizzatori è quello di realizzare un Festival che possa radicarsi nel territorio e divenire un evento fisso ogni anno.»

         

L’organizzazione e la promozione del festival sono dell’Associazione Apollo’n’Arts
(Salvador Fernández Azzolino, Marco Manfredi, Giuseppe Atene)

“Asteriscoduepuntozero” desidera rivolgere un ringraziamento speciale e un caloroso abbraccio collettivo a Maria Genovese, ufficio comunicazione e promozione del Festival, per la cortesia, la grande disponibilità ed il lavoro profuso per la realizzazione di questa intervista.

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