“Canto anche se non mi ascolti” è un monologo nato per gioco e portato avanti con lo stesso spirito. E’ la storia di un sogno che vuole realizzarsi a tutti i costi e del viaggio che intraprende per cercare quella mente che lo riconoscerà e lo farà diventare reale.
Nel testo si parla anche dei sogni falliti: i rimpianti, di come un loro carico eccessivo può arrivare a gravare sulle persone, bloccandole in uno stato di perenne frustrazione che impedisce loro di andare avanti e di ricostruirsi una vita dove anche le cose belle possono succedere. C’è un invito a non arrendersi, a prescindere dalle sconfitte e dalle esperienze negative che si possono avere alle spalle. Siamo tutti dei sogni che si vogliono realizzare e lo possiamo fare al meglio anche con qualche ammaccatura. Ciò che è presente, ma che non è stato sufficientemente evidenziato, visto i tempi in cui il testo è stato elaborato, è la solitudine sconfinata di chi vive senza avere un sogno e di come uno dei più grandi atti d’amore che si possa fare è proprio quello di regalarne uno, anche attraverso quello che può sembrare il più banale dei gesti. Per quest’ultimo motivo ci tengo a specificare, senza voler sminuire lo spazio che mi è stato offerto all’interno di questa rassegna estiva, che ciò che mi è stato dato la possibilità di rappresentare a Terranova da Sibari non è uno spettacolo teatrale, ma una prova aperta che è andata chiudere due settimane di pura ansia mista alla voglia matta di dare questa storia in pasto al pubblico.
Tengo al fatto che questo sia ben chiaro perché la mia più grande fortuna, in quanto allieva attrice, è stata quella di condividere il mio percorso formativo con maestri che mi hanno insegnato che la disciplina artistica a cui dedico il mio tempo è un qualcosa di bellissimo per cui bisogna studiare tanto e bene.
Chiamare le cose col loro nome non è sintomo di rigidità, ma di rispetto nei confronti del mestiere che voglio fare e a chi mi dice che tanto la gente non nota la differenza, io rispondo che è mio privilegio e responsabilità provvedere a questa lacuna.
Francesca Vico
Francesca Vico è nata e cresciuta a Castrovillari (CS). Spinta da un’innata capacità di mettersi in gioco e da una speciale sensibilità, doti che evidentemente trovano nella pratica teatrale la loro dimensione naturale, sta completando un percorso biennale presso la scuola per attori del Nouveau Théâtre de Poche, laboriosa realtà off pulsante nel cuore del centro storico di Napoli e parte del circuito Politeatro – Rete Piccoli Teatri Metropolitani.
Foto (locandina a parte) gentilmente concesse da Fabio Colosimo
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