Ci vuole davvero poco, in tempi come quelli che stiamo vivendo, a diventare eroici.
Luca e Claudio mi perdoneranno se, con questo piccolo scritto, torno a Liverpool, dove, nei giorni scorsi, il Napoli è stato battuto per 1-0 dalla squadra di casa.
Una partita è più di ciò che sembra e i miei amici tifosi lo sanno bene: giocare al calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo, diceva l’uomo delle tre P.
Nella zona celeste degli spalti di Anfield, trionfa il gioco a uomo. Questa volta a vincere è un anonimo tifoso che racconta all’amico non vedente l’azione del goal di Salah nella sfida Champions.
In quella gioia condivisa, che segue la parola immaginata, c’è tutto ciò che dello sport eccede.
In quella voglia di costruire senso esiste il fenomeno. Questa volta gioca in tribuna.
Si può essere felici anche perdendo.
Buona domenica.
Francesco Gallo
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Letteratura e teatro sono il suo mondo, il suo elemento naturale come il mare lo è per il capitano Achab e per la sfuggente Moby Dick.
Già co-fondatore di Aprustum – realtà culturale molto attiva nel territorio calabrese sia nel campo del teatro di tradizione che in quello contemporaneo – è stato presidente dell’Associazione C.R.E.A. di Sassuolo. Nei suoi anni modenesi, oltre a dedicarsi alla riapertura e la direzione artistica del Teatro Temple, ha organizzato il Premio Ronzinante e collaborato con diverse case editrice per l’edizione di libri dedicati ai bambini e alla disabilità. Ha prodotto con diversi enti ed associazioni spettacoli teatrali, cortometraggi e varie iniziative nel settore della formazione.
In passato ha creato e gestito la Libreria “Moby Dick”, piccolo spazio per grandi opere. Attualmente è il Presidente dell’associazione di promozione sociale Menodiunterzo ed insegna Italiano e Storia al Fermi di Castrovillari.