L’essenza del monologo teatrale “Giorni felici” di Samuel Beckett sta tutta in questa frase recitata da Winnie: Quando mi viene chiesto da quanto sono io qui, io rispondo “Un secondo…” o “Un giorno…” o “Un secolo”. Tutto dipende da che cosa io intendo per “qui…” e “io…” e “sono…”.
In queste poche parole tutto il senso di un capolavoro che ritorna alla mente quando, di fronte a frammenti di tempo apparentemente catturati e resi immobili dallo scatto di Gerardo Fortino, ci rendiamo conto che l’unica immagine “ferma” è quella prodotta della nostra esistenza. Un’esistenza basata sulla ricerca di un tempo, un tempo che ci ostiniamo a inseguire ma che regolarmente manchiamo e solo perché, in una sorta di bramosa ricerca, inseguiamo immagini di una realtà quotidiana che noi non siamo più in grado di vedere.
Pole- Pole di Gerardo Fortino, edito da Le Pecore Nere Editorial, giovane ma impegnata e agguerrita Casa editrice di Rosario, in Argentina, non è solo una magnifica mostra fotografica ma è, in primis per il visitatore, una conquista. Gli scatti di Fortino restituiscono la cosa più preziosa, il giusto tempo!
Di fronte alle sue opere, espressione alta di quest’arte, siamo noi gli unici beneficiari perché è l’autore che in realtà scruta noi, lui riesce a catturare la nostra anima ed è attraverso il suo talento che, pole-pole, riusciamo a riequilibrare il nostro ritmo e le sue fotografie diventano unica chiave di apertura a una visione che troppo spesso risulta limitata, così i suoi viaggi, ripercorsi magistralmente attraverso una scelta di scatti presenti nel prezioso catalogo, ci restituiscono un senso di libertà, la stessa che ci permette una lettura mai deviata da sovrastrutture culturali e che ci porta, insieme all’autore, ad attraversare terre come il Kenya, l’India, lo Zambia e la Tanzania guidati solo dal desiderio di fare nostri, almeno per una volta nella vita, quei colori, quelle sensazioni, quei profumi e soprattutto quella dignità e quella fierezza di alcuni popoli che spesso erroneamente guardiamo come qualcosa di “altro”.
Ed ecco che scatta la magia che, da semplice spettatrice al cospetto di un frammento immobile, mi fa diventare parte di quello scatto e di quel popolo, ora riesco a percepire l’emozione del momento, riesco ad acchiappare e inebriarmi attraverso colori e profumi, mi intenerisco e sorrido a quei sorrisi. Divento una compagna in questo viaggio e il mio tempo, al pari di quello di Fortino, chiede tempo, perché non c’è più spazio per uno scorrimento veloce, io sento la necessità di fermarmi.
Il mio tempo ora è Pole-Pole. Piano piano.
Una mostra unica (presentata alla galleria “Le Muse” di Cosenza) e un catalogo che è piena espressione di un progetto condotto con grande coraggio e professionalità, per un’opera da tenere sempre a portata di mano anche per chi come me, trattando l’arte, si perde a volte in modo assai naturale in tempi ingannati e ingannanti. Anche il catalogo al pari della mostra diventa momento riequilibrante, sfogliare le sue pagine significa scandire il giusto tempo in una visione quietante, con la possibilità di riconquistare quel tempo necessario a compiere un viaggio che, se pur virtuale, non può che far bene all’essere umano ormai troppo veloce…
Alessandra Carelli
Storica dell’Arte
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