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Già pubblicato dal quotidiano “la Repubblica” il 9 maggio 2019

Emozione alla Camera per il discorso di una liceale milanese in occasione delle celebrazioni delle vittime del terrorismo.

«Stiamo vivendo un momento particolarmente difficile della nostra storia repubblicana. I valori fondanti la nostra convivenza civile paiono essere messi in discussione persino da chi riveste alte responsabilità di governo». Pronuncia questa frase Francesca Moneta, 18 anni, maturanda al liceo scientifico Virgilio di Milano, e succede qualcosa che nessun protocollo aveva previsto: l’emiciclo di Montecitorio balza in piedi e l’applaude fragorosamente. Laggiù, davanti al presidente Mattarella, Francesca sembra un puntino in dissolvenza.

“Oggi valori democratici messi in discussione
da chi ha responsabilità di governo”.

Anche il vicepremier Di Maio si spella le mani, e con lui i presidenti della Camera Fico e del Senato Casellati, per un passaggio che tutti leggono come un affondo contro Matteo Salvini, che non c’è, mentre lo Stato onora, come ogni 9 maggio, le vittime del terrorismo. Ed è all’interno di un discorso sulla memoria che Francesca colloca la sua critica. Il Virgilio è stato infatti premiato per il lavoro multimediale svolto sulla morte di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, “Fausto e Iaio”, Sergio Ramelli e l’agente Antonio Marino, quattro vittime degli anni di piombo a Milano.
«Ci sono parole e gesti violenti – ha proseguito – amplificati a dismisura dai social media, che diffondono un clima di diffidenza e di odio nella società civile, che mirano a screditare le istituzioni democratiche nazionali ed europee, che sono nostre, e che dovremmo imparare a difendere strenuamente per il bene di noi tutti». E lì è stata interrotta per la seconda volta.

«Tutto questo non me lo aspettavo», dice a discorso finito, Francesca. Era volutamente contro Salvini? «Sinceramente non me la sento di puntare il dito contro qualcuno, ma su come Salvini usa i social ci sarebbe da ridire». Fa politica? «Ma no!», ride. «Nel tempo libero vado in palestra, sto con gli amici, faccio la babysitter». Vive in zona Dateo, con i genitori medici di 52 anni, seconda di tre figlie, dopo la maturità andrà in Irlanda, ragazza alla pari. Un politico che stima in Italia, domandiamo. Ci pensa incerta. «In America, Obama», risponde. «A scuola abbiamo studiato Martin Luther King, i suoi discorsi mi sono entrati nel cuore. Stimo Saviano, di cui ammiro il coraggio».
Dice: «Ci sono politici che usano le loro idee sulla discriminazione per dividere le persone, ma le persone si completano nelle differenze. C’è qualcosa di più grande di loro che conduce questi uomini e queste donne in mezzo al mare, un destino che dovrebbe commuovere, invece si sono inventati persino il divieto di aiutarli. Ci dicono che sono la causa per cui non troviamo lavoro, è solo una strategia per mettere i poveri gli uni contro gli altri. Sono sicura che non scappano solo da una vita difficile, ma perché sentono di poter portare la loro energia nel nostro mondo». Quali valori fondanti vede messi a rischio, chiediamo a Francesca. «Il rispetto per l’altro, l’uguaglianza, le pari opportunità». Sono valori di sinistra, le diciamo. «Ho sentito il rappresentante delle vittime di piazza Fontana, Carlo Arnoldi, dire che non ci sono morti di serie A e di serie B. È molto vero. Ma allo stesso modo non ci possono essere vivi di A e di B».

Il 26 maggio voterà per la prima volta. Per chi? «Ci devo pensare», risponde diplomatica. Davanti al Capo dello Stato – tributato di un’ovazione – aveva citato Cicerone. «Difendiamo la memoria come qualcosa di prezioso, che dà senso e profondità al nostro presente e apre a noi giovani la speranza di un futuro da costruire con l’impegno civile».
«Vede, degli anni Settanta non sapevamo quasi niente, ogni giorno una mia compagna passava davanti alla lapide che ricorda l’agente Marino, ucciso nel 1973, senza vera consapevolezza. In fondo tutto questo non è successo molto tempo fa, i miei genitori, da bambini, hanno respirato quel clima. Mi colpisce pensare che nelle stesse strade dove adesso passeggio con i miei amici tu potevi venire ammazzato solo perché avevi incontrato dei coetanei che avevano idee politiche opposte alle tue. C’erano passioni così forti da portare alla morte. Studiando quella stagione forse abbiamo capito, senza volerlo, anche l’odio di oggi».

Concetto Vecchio

 

NB: La foto in evidenza è tratta da “la Repubblica”.

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