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Le cose succedono e noi non sappiamo darci una spiegazione. Non parlo delle grandi domande esistenziali: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Non penso neanche ai misteri della morte, branca in cui siamo abbastanza ben messi, quantunque afflitti da non poche incertezze, specie alle voci “benessere e prevenzione”: come scegliere tra diete mediterranee, vegane, dissociate, proteiche etc etc? Fumiamo o non fumiamo? Corriamo o prendiamo l’auto? E via andando fino alla raccomandazione delle raccomandazioni: eviti lo stress (ma grazie, dottore, lo sa che non lo sapevo?…). Mi riferisco, piuttosto, alle piccole questioni prosaiche di tutti i giorni: perché quel tale ufficio che dovrebbe aprire al pubblico alle 9 è ancora chiuso se sono già le 10? Perché Giletti lavora in tv? Perché Tina Cipollari è applaudita e riverita e la Chiara Ferragni è una potente influencer mentre nessuno si ricorda più di Monica Vitti e Margherita Hack non era che una racchia saccente? Ecco, appunto, i piccoli misteri quotidiani che ci lasciano attoniti e ignoranti. Fate conto che un bel giorno sparisca il segnale dei programmi in tv, meno di tre mesi dopo aver fatto riparare l’antenna. Panico e incredulità, normali e comprensibili pure per chi quell’elettrodomestico lo usa per godere di qualche film e di un pò di sport e nulla più. Allora si chiama il tecnico, il quale non sa, non capisce. Si scopre che non esistono uffici, né pubblici né privati, in grado di illuminare le tue giornate senza tv. Nessuno a cui chiedere se il temuto passaggio all’alta definizione – che, ci risiamo, non si sa bene quando dovrebbe avvenire – possa causare inconvenienti come quello capitato a te. Se è crollato un ripetitore o se l’Isis ha bombardato un satellite, il tuo. Niente di niente. E all’improvviso, la folgorazione. Questa è l’Italia, signori e signore, dove tutti son pronti alla morte, ma in quanto a stringersi a coorte, mah… È l’Italia, la nazione dove le cose – ma tutte tutte, perfino che Renzi sia considerato uno statista – accadono, ma così, senza una ragione precisa, senza un perché comprensibile, senza che alla maggioranza – un tempo silenziosa, oggi assordante – venga in mente di saperne di più, di indagare, di capire. Senza potersi opporre se non quando è già troppo tardi. Nisciuno sape niente. Vabbé, come direbbe Gaber, quasi quasi mi faccio il televisore nuovo…

(a.f.)

Il disegno di copertina è di Isabella Bersellini

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