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Ad ogni male c’è rimedio, dice il vecchio adagio degli ottimisti. E se è vero che non tutti hanno i numeri che dovrebbero avere è altrettanto certo che non sempre le differenze sono resto da gettar via alle ortiche.
Ieri è stato pubblicato il cinquantatreesimo rapporto Censis: analisi statistica che mette in rilievo i più significativi fenomeni socio-economici del Paese. È un lavoro restituito in oltre 500 pagine e pubblicato dall’editore Franco Angeli che non merita di essere svilito in queste pochissime righe scritte prima del riposo domenicale.
I settori indagati sono diversi: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza. Ogni indagine andrebbe letta in maniera seria ed approfondita, cercando nei soggetti e nei processi descritti nel rapporto le cause della progressiva deriva verso il basso.
Una deriva che non è sconosciuta agli italiani e che potrebbe persino essere lasciata all’intuito della vita civile, ma i numeri sono uno strumento indispensabile della nostra esistenza e le capacità divinatorie (qualche volta persino quelle mariane) non sono sufficienti.
È per questo che ci interroghiamo, attraverso complicati dati statistici, sui motivi che fanno della nostra Italia una comunità ansiosa macerata dalla sfiducia ed per questo che ci preoccupa infinitamente quando la lettura di una tale difficoltà viene risolta dal 48% dei nostri concittadini con l’attesa dell’uomo forte al potere.
Speriamo che il rimedio non sia il peggiore dei mali.
Buona domenica, Amici…

Francesco Gallo

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