Sembra di stare sulle montagne russe, eppure le luci dei giostrai sono spente da oltre 60 giorni. Se fosse stato un inizio di maggio come tanti altri, forse avremmo trascorso qualche ora della giornata al Luna Park, guardando i nostri figli salire e scendere dall’autoscontro, rincorrendo con lo sguardo e non senza apprensione la biposto rosso fiammante, impegnata a cercare incidenti provvisori. Avremmo fatto la nostra immancabile fila per salire sul mini otto volante, sparato con la pistola cercando di far cadere barattoli di latta, ci saremo guardati fra gli specchi, sorpresi da un soffio d’aria improvviso. Questo, invece, non è un anno come gli altri. I giostrai sono piantati con le loro tende chissà dove, bloccati da un lockdown, che li ha costretti a fare di una tappa del viaggio la loro casa. Il giro si è fermato e forse sono loro il segno più evidente di un mondo sospeso, che cammina dentro un incubo. Alla nostra festa patronale non è mancata la commozione di una messa in streaming, non è mancata la presenza del nostro caro Vescovo, Monsignor Francesco Savino, e la necessaria responsabilità del nostro Sindaco, Mimmo Lo Polito, che approfittiamo per ringraziare del suo lavoro aggiuntivo di questi giorni difficili. Non so se ci saranno i fuochi, ma se ci fossero potremmo guardarli solo dal nostro balcone. Quello che manca sono i colori della festa, gli incontri, le passeggiate, le bancarelle di libri che proponevano alcune volte giacenza di magazzino di opere non più in commercio. Mancano i giostrai con il lavoro umile e faticoso, la loro brutta musica da discoteca, il loro sguardo severo, attento responsabile del nostro divertimento. Certi luoghi sono più di quel che sembrano, e mai come in questa circostanza appare evidente come sia impossibile rinunciare a fili colorati che pure sembravano, fino a qualche settimana indietro, facilmente sacrificabili. La società è fatta di relazioni e non è possibile, se non a costo disarticolare il tessuto sociale, scucire un filo senza rischiare di rovinare l’intero capo. Le sfide che abbiamo davanti sono difficili e si possono vincere solo con lo stesso coraggio con cui un bambino decide di rompere la paura comprando il biglietto per la Casa fantasma.
In bocca al lupo ai giostrai e buona festa della Madonna del Castello ai miei concittadini.
Francesco Gallo
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Letteratura e teatro sono il suo mondo, il suo elemento naturale come il mare lo è per il capitano Achab e per la sfuggente Moby Dick.
Già co-fondatore di Aprustum – realtà culturale molto attiva nel territorio calabrese sia nel campo del teatro di tradizione che in quello contemporaneo – è stato presidente dell’Associazione C.R.E.A. di Sassuolo. Nei suoi anni modenesi, oltre a dedicarsi alla riapertura e la direzione artistica del Teatro Temple, ha organizzato il Premio Ronzinante e collaborato con diverse case editrice per l’edizione di libri dedicati ai bambini e alla disabilità. Ha prodotto con diversi enti ed associazioni spettacoli teatrali, cortometraggi e varie iniziative nel settore della formazione.
In passato ha creato e gestito la Libreria “Moby Dick”, piccolo spazio per grandi opere. Attualmente è il Presidente dell’associazione di promozione sociale Menodiunterzo ed insegna Italiano e Storia al Fermi di Castrovillari.