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Tette, culi e uccelli, e parolacce a non finire ovunque, ma la bestemmia nei reality no.
Certo, non c’era bisogno della squalifica di Marco Predolin – della quale persi nel traffico delle nostre giornate di precari dell’esistenza ci importa un fico secco – a dimostrare quanto fosse bigotta la Tv italiana, specchio del reame festante che la contorna. Ma ricordarlo fa sempre bene, perché hai visto mai che qualcuno legga, rifletta e riaccenda almeno un paio di neuroni. Noto il misfatto: il presentatore televisivo, in una banale chiacchierata coi suoi sodali griffati, si lascia sfuggire un “mannaggia alla Madonna” e la produzione lo caccia su due piedi dalla casa del Grande Fratello dei vip de noantri. Certe trasmissioni o le fai o non le fai (e sarebbe meglio), verrebbe da dire, non fosse cosa scontata. Invece no: le vogliono, perché al pubblico piacciono, ma con un velo di morale divina, come fosse possibile tenere assieme il solito diavolo e l’acqua santa evaporata.
Va punita allora la bestemmia, sentenziano i soloni della Tv davanti al Predolin alla sbarra, perché offensiva. Offensiva di cosa, però, non s’è ancora ben capito: dopo anni (ormai decenni) di crociate contro il sacro, di sacro è rimasto ben poco. Quasi niente. Hanno tolto Dio, il presepe e l’agnello pasquale dalle scuole e dalla vita, ed ovviamente dalla televisione, ed ora pensano di tutelare il senso della religione cristiana (in una nazione costituzionalmente aconfessionale) censurando un portatore sano di imprecazioni di serie B, per quanto vip? Lasciano che sul piccolo schermo vadano a recitare la parte di santoni mafiosi in attività e ne scacciano qualcuno per una parola fuori posto, mentre milioni di italiani nelle loro case, nei bar, negli spogliatoi, al supermercato, negli uffici e pure in chiesa dicono (e fanno) di peggio? Santificano con le telecamere assassini e meretrici e trattano come un appestato uno che s’è macchiato di un comportamento che fuori della grande casa non è manco più reato, ma una contravvenzioncina da 50 euro, poco più di un divieto di sosta?

Non c’è speranza. Moriremo ipocriti, come ipocriti siamo nati, circondati da stuoli di zie e comari che lodavano la nostra bellezza di brutti dentro ed a volte anche fuori. Evviva la Tv! Abbasso i moralisti che la fanno!

Gianpaolo Iacobini

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