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Pubblicato da “Elle” il 2 Agosto 2019.

 

Fin dall’antichità, le donne hanno contribuito in maniera significativa allo sviluppo scientifico. Medici, fisiche, matematiche, biologhe: la storia abbonda di donne che hanno fatto della scienza la loro ragione di vita, molto spesso incontrando difficoltà e pregiudizi da parte di una società che non riconosceva loro il giusto peso e l’enorme contributo che hanno dato al settore scientifico. Nell’ultimo secolo molte cose sono cambiate, ma forse oggi il cammino per certi aspetti è ancora disseminato di difficoltà. In questa rubrica racconteremo di donne tenaci e appassionate che non si sono mai arrese di fronte a un mondo dominato da uomini, e delle loro conquiste che hanno contribuito a cambiare (in meglio) il mondo in cui viviamo.

“Siamo tutti fatti della stessa materia delle stelle” diceva Margherita Hack. Le abbiamo sopra la testa, da millenni, eppure le conosciamo così poco. Lei voleva scoprirle, in particolare quelle più insolite e difficili da clafficare, e ha dedicato tutta la sua vita alla “caccia alle stelle”. Da Firenze, città in cui era nata, ha conquistato il mondo con i suoi studi, ma anche con la sua simpatia e la sua genuinità. Perché Margherita era una figura di scienziata “sui generis”, un personaggio unico: vegetariana da sempre e atea convintissima, energica e incurante di come appariva in pubblico (diceva che era stata dal parrucchiere una sola volta nella vita). Da giovane fu un’eccellente atleta – fu campionessa di salto in lungo nei Littoriali e giocava a basket – prima di scoprire la vera passione della sua vita: l’astrofisica. La sua è una famiglia particolare: i genitori sono antifascisti e fanno parte della Società Teosofica Italiana, le trasmettono l’amore e il rispetto per gli animali (da qui la scelta vegetariana) e la lasciano libera di scegliere di studiare quello che vuole. Nonostante lo scoppio della guerra, riesce a laurearsi in Fisica, anche se con una votazione non proprio eccellente – 101 su 110. Ma a Margherita non interessava essere la prima della classe. A lei interessavano le stelle. Così comincia a studiarle: inizia a lavorare all’Osservatorio astronomico di Arcetri, dove si occupa di spettroscopia stellare, che diventerà il suo principale campo di ricerca. Viene invitata dalle università straniere più prestigiose, sempre accompagnata dal marito, Aldo De Rosa, che aveva sposato subito dopo la laurea. Si erano incontrati a Firenze, in un parco, per non lasciarsi più. Con lui resterà insieme più di settant’anni, fino alla fine dei suoi giorni… litigando in continuazione, perché Margherita era una donna libera e fuori dal comune. Uno dei suoi trattati “Stellar Spettroscopy”, scritto a Berkeley nel 1959 assieme a Otto Struve, è considerato ancora oggi un testo fondamentale.

Negli Anni 60 viene invitata a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste, dove vi resterà per quasi trent’anni. Si tratta di una realtà piccola, provinciale, che grazie a lei diventa un fiore all’occhiello nel panorama internazionale. È la prima donna a dirigere un Osservatorio Astronomico. Qui invita studiosi e scienziati di fama internazionale, e in breve tempo lo fa diventare un’eccellenza nel settore. Scrive, oltre a centinaia di pubblicazioni scientifiche, testi universitari e libri di divulgazione di grande successo, diventa membro della prestigiosa Accademia Nazionale dei Lincei, lavora con i gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA. Fonda riviste (L’Astronomia, Le Stelle), si impegna in politica, candidandosi e facendosi eleggere molto spesso, per poi dimettersi alla prima seduta. Alla fine, erano sempre le stelle la sua unica passione. Quando ai talk show le chiedevano cosa pensasse della possibilità di una vita extraterreste, lei rispondeva che “erano tutte bischerate”. Sempre attenta al tema dei diritti civili, fu eletta personaggio gay dell’anno per la sua lotta in favore del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Margherita Hack è l’emblema della donna scienziata libera, atea, che si batte per i diritti civili. Conquista piazze, università, partecipa a talk show televisivi. Sempre con il sorriso, i capelli spettinati, la verve e l’accento toscani. Il suo linguaggio è immediato, accessibile a tutti, anche quando affronta tematiche scientifiche di non semplice comprensione. Ma non solo. Quando alla soglie dei 90 anni si accinse a fare il rinnovo della patente e le fu negata la vita medica, si arrabbiò tantissimo. Divenne un caso nazionale. Margherita era così, senza peli sulla lingua. Diceva che l’anticonformismo è il segreto per sopravvivere alla noia e alla mediocrità. Perché nella vita, ma anche nella scienza, bisogna essere ribelli

 Daniela Ambrosio

 

 

Margherita Hack, nata a Firenze nel 1922. Il padre è contabile, lavoro che esige pignoleria, la madre invece, dopo studi d’arte, dipinge miniature agli Uffizi. Entrambi i genitori frequentano ambienti intellettuali critici alle religioni tradizionali e al fascismo e trasmettono alla figlia (“inculcano”, dice lei) i valori fondamentali di libertà e giustizia, oltre che la scelta vegetariana: Margherita non ha mai mangiato carne. Per il resto non la condizionano, tanto che lei prende presto la via di un rigoroso ateismo senza seguirli nell’eclettismo religioso della teosofia, ed è spensieratamente fascista fin quando, nel 1938, le leggi razziali le rubano un’amata professoressa di scienze, ebrea.

Dopo studi classici, e avventure sportive che la porteranno ad avere buoni successi nell’atletica, frequenta la facoltà di Fisica a Firenze e nel 1945, a guerra conclusa, si laurea. Scrivendo la tesi comincia a occuparsi della spettroscopia delle stelle, campo di studi interno all’astronomia che continuerà a studiare, insieme alla radioastronomia, per tutta la vita.
Comincia a insegnare all’università e nel 1954 inaugura una lunga carriera di divulgatrice, iniziando a scrivere di scienza per un quotidiano. Per dieci anni gira le università di mezzo mondo finché, nel 1964, ottiene la cattedra di astronomia a Trieste e le chiavi dell’Osservatorio astronomico, che rimarrà sotto la sua direzione per quasi trent’anni trasformandosi da cenerentola d’Italia a istituzione di riferimento a livello internazionale.
Scrive, oltre a centinaia di pubblicazioni scientifiche, testi universitari e libri di divulgazione di grande successo. Fonda riviste (L’Astronomia, Le Stelle), si impegna in politica ed è in prima linea per difendere con passione le sue opinioni in molte battaglie civili, come quella a favore dell’eutanasia, che lei appoggia perché, dice, “la vita e la morte appartengono all’uomo e non a Dio”.

Il 29 giugno 2013 la celebre astrofisica ha raggiunto le amate stelle.
Ciao Margherita, è stato un privilegio averti come autrice e sostenitrice. Sei stata un esempio di coraggio e simpatia, di intelligenza e tenacia, non hai mai mollato fino alla fine. Lasci un grande vuoto sia nel paese che in ognuno di noi. Ti penseremo guardando il cielo stellato… In fondo, come dicevi tu, siamo tutti figli delle stelle.
(Fonte: Editoriale Scienza)

 

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