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“Nei momenti di difficoltà l’Italia tutta insieme mostra il suo volto più bello”. Questa è stata la prima dichiarazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi una volta raggiunti i luoghi del disastro naturale che ha sconquassato la meravigliosa porzione di terra che si incunea tra le regioni appenniniche dell’Italia Centrale. Questa frase, ripetuta come un mantra per esorcizzare ogni genere di paure che adombrano la crisi permanente cui siamo abituati, fa leva su una sorta di intrinseca qualità della brava gente italiana a dimostrarsi generosa, forte ed unita proprio nei frangenti più duri, quelli che ci spingono ad agire concentrando ed intensificando le nostre energie catalizzandole in un unico sforzo che, in condizioni più rilassate, risultano spesso disperdersi e dissiparsi in rivoli di insofferenza e sbuffi di inoperosità.
Al risveglio generale, alla nobile mobilitazione in atti di altruismo inediti seguono però, in una limitatissima ed infima, sia in senso strettamente numerico che qualitativo, minoranza di persone, manifestazioni di una grettezza irriducibile che, nella vastità della solidarietà collettiva, rimbombano ancora più tremendi di quanto non lo sarebbero in circostanze ordinarie.
Su tutte, tre categorie hanno guadagnato il podio della disumanità.

militiaApocalittici
Troviamo i fanatici religiosi che, orfani del dio interventista e punitivo del Vecchio Testamento, ammoniscono le folle di pentirsi dei propri peccati ed esortano alla repentina conversione, in pieno stile millenarista, svelando il nesso causale tra decadenza dei nostri costumi e piaghe divine.

 

 

 

 

2

 

Nazimalisti
Moderna ed esotica, la giustizia divina per Daniela Martani, ex-concorrente di Grande Fratello, ex-pasionaria delle lotte anti-licenziamenti in Alitalia, ora opinionista televisiva in quota vegana, si chiama *karma *ed ha colpito il paese di Amatrice perché patria della pasta alla amatriciana.

 

 

 

3

 

“Metteteci loro, nelle tende!”
Infine, la fetta più consistente e preoccupante, di quelli che, sin dalle prime ore della giornata di ieri, si sono preoccupati immediatamente di replicare ed applicare imperterriti lo schema mentale del capro espiatorio, universalmente valido per affrontare e risolvere qualsiasi questione, anche le tragedie naturali. Per soccorrere ed alleviare la condizione delle migliaia di sfollati, tocca necessariamente far sloggiare i richiedenti asilo dalle loro residenze.

Al netto delle paranoie dei primi due gruppi di alienati, quest’ultima fazione è la più tristemente indicativa di quanto certa propaganda razzista sia diventata endemica e pervasiva. Per costoro, non esiste più la solidarietà fine a se stessa; ogni dimostrazione di altruismo deve essere obbligatoriamente accompagnata dal suo esatto contrario che vada ad escludere un sottoinsieme di persone, diverse, meno degne di assistenza e “rifugio”. Una compassione selettiva ed un’empatia monca che non cede a nulla e prevale a prescindere dal contesto e dalla gravità dell’emergenza.

E poi…
E poi ci sono quelli che si sono risvoltati le maniche e che stanno accorrendo nei paesi colpiti con in mano un attrezzo e non uno smartphone. Quelli che si stanno recando presso i punti di prelievo di sangue per donare il proprio. Quelli che hanno organizzato e stanno gestendo centri di raccolta per viveri e beni di prima necessità e quelli che, in massa, li stanno raggiungendo lasciando loro quanto possibile. Quelli che stanno mettendo a disposizione le proprie abitazioni o strutture ricettive per accogliere i terremotati. Quelli che stanno effettuando una donazione in denaro e quelli che stanno diffondendo informazioni utili per far fronte a questa catastrofe. Tutti questi, in silenzio. Quello a cui avrebbero fatto meglio a ridursi quei pochi ed inutili italioti.

Trovate questo articolo anche su http://www.lalocomotivaonline.com/index.php/attualita/nazionale/328-gli-antieroi-del-terremoto

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