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Ci sono Bologna e i movimenti studenteschi di fine anni ’70, in questo lavoro nato dalla collaborazione più che osmotica tra i Fratelli Dalla Via, La Piccionaia e Gold Leaves.
C’è Radio Alice, ci sono Luciano Lama, La Sapienza, Francesco Lorusso, la polizia, Piazza Verdi, le droghe. E poi c’è lui, il genio irriverente di Andrea Pazienza, e le sue storie – Le straordinarie avventure di Pentothal, ma non solo – simbolo di una generazione lasciata sola troppo presto.
Schiette, taglienti come i versi al vetriolo di un brano rap.
Gli occhi su quel mondo sono quelli della protagonista (Marta Dalla Via), l’«eroina fatta di eroina» che, attraverso una serie di giochi di parole e tautogrammi («la fila per andare in mensa che è immensa», «i discorsi di senso computer»), a ricalcare lo stile di Drammatica Elementare, precedente lavoro della compagnia Fratelli Dalla Via, e coadiuvata dagli sketch del dj Roberto Di Fresco alias Giobba, ripercorre le tappe di un passato doloroso, vomita disillusioni e ricordi, in un dialogo fittizio con il suo psichiatra.
Impossibile non riconoscere in lei Elisabetta Pellerano, storica fidanzata di Pazienza, che lo lascia perché stanca della sua incostanza, della sua presenza a giorni alterni, ma non per questo immune alla sofferenza data da una scelta forzata e probabilmente non voluta.
«Ti lascio, la meccanica non mi interessa», tuona come nel film di Renato De Maria.

personale politico pentothal

Le parole sono le vere protagoniste del racconto, potenti come bombe a mano, anestetizzanti come dosi di pentothal, affilate come le rime dei Gold Leaves, i cinque artisti i cui freestyles intervallano la messa in scena: Omar Faedo (Moova), Simone Meneguzzo (Dj Ms), Michele Seclì (Lethal V), Alessio Sullis (Rebus) e Giovanni Zaccaria (Zethone). Una scelta che l’autrice-attrice spiega così: «Il teatro è lo spazio dell’ignoto. Il rap dice tutto quello che non si può dire. Entrambi devono parlare quando gli altri stanno zitti». Proprio come i fumetti di Pazienza. Il tutto calato in una dimensione quasi onirica e allucinatoria, distorta dall’eroina, che offre l’occasione per un confronto tra due generazioni: l’una dipendente dalle droghe, l’altra ormai assuefatta alla droga contemporanea, la tecnologia, e alla schiavitù dell’iperconnessione alla rete. E non si sa bene quale tra le due sia peggio. L’una impegnata a cambiare il mondo, l’altra indifferente e disinteressata, tanto da far dire alla protagonista: «Se è vero che vincere non è importante, questa generazione non ha nemmeno partecipato».
Quello che ne esce fuori, nelle vie intersecanti di questa diciottesima puntata di Primavera dei Teatri, è un omaggio, senz’altro sincero e affettuoso, al Pazienza artista – alla cui figura sembra essere affidato un ruolo troppo marginale -, e soprattutto ad un’anima sensibile di cui si avverte la mancanza, oggi più di ieri.
Perché «morire non è la peggior cosa che ci possa capitare nella vita». La peggior cosa è non lasciare alcuna traccia. E per Pazienza, lo sappiamo, il pericolo è scampato.

Chiara Fazio

pazienza andrea due

 

Primavera dei Teatri / Venerdì 2 giugno 2017 | Teatro Vittoria
Fratelli Dalla Via / La Piccionaia / Gold Leaves
PERSONALE POLITICO PENTOTHAL – Opera rap per Andrea Pazienza (80’) – anteprima nazionale
un progetto Fratelli Dalla Via + Gold Leaves
di e con Marta Dalla Via
e Omar Faedo (Moova), Simone Meneguzzo (DJ MS), Michele Seclì (LETHAL V), Roberto di Fresco (GIOBBA)
direzione tecnica Roberto Di Fresco
scene e costumi Fratelli Dalla Via
una produzione Piccionaia Centro di Produzione Teatrale + Fratelli Dalla Via
co-produzione Festival delle Colline Torinesi
con il sostegno di B-motion Bassano Opera Festival

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