cerimonia uno
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Nell’anno della maggiore età di Primavera dei Teatri, Oscar De Summa, splendidamente affiancato da Vanessa Korn, Marco Manfredi e Marina Occhionero, ci coinvolge con un intenso lavoro sulla crescita personale, l’indipendenza del pensiero e la responsabilità di se stessi, La cerimonia, andato in scena il 3 giugno al Sybaris. Ritroviamo un autore/attore impegnato ad analizzare a fondo l’essere umano in tutte le sue sfaccettature, cercando le radici profonde che fanno germogliare i suoi passi. Anche in questo lavoro emerge la cifra stilistica di De Summa, nel tentativo di escludere gli orpelli generati da un mondo ricco di fallaci sovrastrutture per arrivare al nucleo essenziale del sé, dove nasce la consapevolezza e la responsabilità di scegliere che tipo di persona vogliamo essere. Una scena volutamente essenziale accoglie pensieri, emozioni, dinamiche e parole dei protagonisti al proscenio, mentre musiche fortemente evocative sottolineano il fluire dell’azione (Skunk Anansie, Green Day, Massive Attack, Metallica, Manu Chau, Tori Amos, solo per citarne alcuni) e un tavolo da famiglia unisce e divide chi non è direttamente di scena, sorta di coro da tragedia greca che attende di intervenire. Nulla di terribile accade, Edi (una coinvolta e coinvolgente Marina Occhionero) è una normale adolescente in leggero ritardo sul rientro serale, ma questo spinge i suoi genitori, Giò (Vanessa Korn, capace di mostrarsi al tempo stesso algida e appassionata) e Laio (Marco Manfredi dà corpo a un padre superficialmente profondo), a un aspro confronto su chi sia il genitore migliore, su chi dei due abbia capito davvero il proprio ruolo.cerimonia due0
Paradossalmente il confronto diventa ancora più acceso di fronte ad una calmissima Edi, che non ha scuse, non inventa giustificazioni, semplicemente non ha visto l’orario. Ecco, si capisce subito che il problema non è Edi, che pure appare apatica e distante, ma l’assenza di una figura realmente paterna, ruolo che nessuno, nella famiglia, vuole ricoprire, Giò perché non lo sente suo, pur ricoprendolo da sempre, Laio perché lo sente scomodo e poco adatto alle sue inclinazioni. Perché il padre detta le regole a cui un figlio si deve ribellare per crescere, perché non può fare l’amico e confidare al figlio i suoi turbamenti, perché deve far recidere il cordone ombelicale che costringe il figlio all’identificazione con la madre e gli rende impossibile essere altro da lei. Elemento catalizzatore nell’instabile equilibrio appare lo zio Tire (De Summa perfetto in questo ruolo di mentore della ragazza e di collante dell’intera famiglia), complice e motivatore della nipote, l’unico che si rende conto del limbo in cui la ragazza sta sprofondando, lontana persino dai sentimenti assoluti tipici dell’adolescenza («io non sento nulla, non vi amo e non vi odio, io vi non odio»), incapace di vedere le sue possibilità, immersa in un’assenza di prospettive che avvolge tutto nella calda coltre del nulla.
«Ora vi racconto quando nell’indifferenza si è creata la frattura, e da lì ha iniziato a entrare la luce»…
Edi vuole la sua vita, le sue possibilità, la sua crescita, la riuscita e la caduta, ma non vuole rinunciare alla sua famiglia, perché sa che il luogo da cui vieni è importante quanto quello verso cui vai, e si inventa una cena di fine millennio, per esorcizzare la paura del millennium bug, e riunisce la mamma fragile e dura, il padre ragazzino e confuso, lo zio folle e individualista, se stessa piena di vuoto e di assenza… tutti insieme intorno ad un pranzo da chef stellato che ha imparato a preparare su internet, con una piccola sorpresa, un potente veleno a condire ogni pietanza, un potente veleno che lascia solo il tempo di guardarsi negli occhi e parlarsi, finalmente, un attimo prima della fine. Ora sì, fra le lacrime e la disperazione, Giò e Laio si parlano e ritrovano i propri ruoli, moglie/marito, padre/madre, amanti/esseri umani, ora, solo ora, un attimo prima della fine… Ma no, il veleno non c’è, è una trovata di Edi per costringere quei due finalmente a crescere e permettere a lei di vivere la propria vita, a dimostrazione che, se gli lasciamo spazio, se li aiutiamo a tracciare i confini, le nuove generazioni sapranno fare di questo mondo un mondo migliore, malgrado noi.

Gaetana Evangelista

 

cerimonia tre

Primavera dei Teatri
Sabato 3 GIUGNO 2017 | Teatro Sybaris

Teatro Metastasio di Prato / Oscar De Summa

LA CERIMONIA (90’)
di Oscar De Summa
regia Oscar De Summa
con Oscar De Summa, Vanessa Korn, Marco Manfredi, Marina Occhionero
scene e costumi Lorenzo Banci
luci Roberto Innocenti
produzione Teatro Metastasio di Prato

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