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Per molti anni, Star Wars è stata la cosa più vicina a una religione che io avessi.

Lo premetto per far capire come tutto il post nasce da un amore completo e assoluto verso la Galassia Lontana Lontana. Per motivi anagrafici, ho iniziato a vedere i film al cinema a partire da “Episodio VI – Il ritorno dello Jedi” e da allora sono sempre stato presente al primo spettacolo del primo giorno di programmazione. Tranne per il recente “Episodio VIII”, poiché a causa di una inopportuna alluvione ho dovuto rimandare di qualche giorno. Certi argini dovrebbero avere la decenza di capire quando non è il caso di rompersi allagando il paese, che diamine!

Ho assistito con trepidazione al passaggio di proprietà dalla Lucasfilm alla Disney, allo smantellamento dell’Universo Espanso, al ridimensionamento del Canone. Il tutto come un cristiano durante il Concilio di Trento, inconsapevole di quello che sarebbe stato il futuro della nostra fede. E, come in una guerra di religione, orde di nerd si sono sfidati e si sfidano a colpi di tastiera, senza lesinare colpi bassi. La OT (original trilogy, cioè gli episodi IV – V – VI, nota per i non nerd) ha i suoi estremisti, roba che se poi discuti con uno dell’ISIS ti senti più tranquillo e la ST (second trilogy, dai questo si poteva capire) ha difficoltà a trovare difensori indefessi a causa de “La minaccia fantasma”, ma recupera alla grande con il meraviglio “Episodio III – la vendetta dei Sith”. E come considerare i film e le serie tv a cartoni animati? Clone wars e Rebels sono Canonici o no? La Disney ci dice di sì, ma alcuni eretici storcono il naso. Verranno condannati a misurare i midiclorian nel sangue di tutti i fan di Star Trek.

Mentre il mondo prosegue tra insulti e offese, ricordo di aver espresso un generico apprezzamento su Episodio I in un forum ed essere stato definito “meno intelligente di un trekker”, quando la Disney annuncia una nuova trilogia, il cui primo episodio sarebbe stato scritto e diretto da J.J.Abrams. Conosciamo tutti (vero?) lo straordinario successo di pubblico di “Episodio VII – il risveglio della Forza”, ma anche le feroci critiche che ha subito. Copia di “Una nuova speranza”, nuovi personaggi poco carismatici, cattivo ridicolo e via andare. Poi, Abrams si tira indietro, “Episodio VIII” viene affidato a Rian Johnson, gli adepti attendono frementi. Arriva il titolo e con esso il primo fondamentale equivoco, soprattutto nella traduzione in italiano. “Episode VIII – The last Jedi” viene tradotto con “Gli ultimi Jedi”, è un errore, dovrebbe essere “L’ultimo Jedi”, ma l’intervista in cui il regista e sceneggiatore lo spiega viene rilasciata dopo aver fatto le locandine e quindi chissenefrega si va avanti. Il trailer mette hype a mille, Luke sarà il nuovo Yoda per Rey? Kylo Ren sarà meno piagnone? Leia morirà, dato che Carrie Fisher ha avuto la cattiva idea di passare a miglior vita?

Queste alcune delle domande che necessitano di risposta. Peccato che a Johnson delle nostre domande non gliene importi nulla. Secondo grande equivoco, pensare che un film debba essere come lo immaginiamo. Prima scena sull’isola sacra degli Jedi, Luke ha in mano la lightsaber (spada laser, e dai ma non sapete nulla!) di Anakin, la sua prima arma persa assieme alla mano che la teneva, e lui LA BUTTA VIA! ERESIA! Ho quasi pianto, poi ho iniziato a ridere istericamente. Un mio vicino ha tentato istintivamente di prenderla al volo, si è trovato due fila più avanti. Il nuovo Star Wars è così, prende la nostra fede e la mette a dura prova, la demitizza, la accartoccia e butta nel cestino. E noi non possiamo neanche sperare in un Concilio di Tatooine che rimetta tutto a posto. Luke è un recluso antipatico e scontroso, Rey una padawan recalcitrante e distratta, Leia una specie di monumento vivente, Poe e Finn in cerca di una dimensione eroica. Insomma, un disastro? No, l’esatto contrario! “L’ultimo Jedi” è il film necessario, la Riforma che doveva esserci per rinnovare la fede, l’episodio di preparazione al finale che ha il compito di rimescolare le carte. Dove Johnson ha il suo merito maggiore è nel disegno del cattivo, che tutti pensavamo essere Snoke, altro grande equivoco pensare che chi ti viene mostrato come il peggiore poi lo sia davvero, e invece risulta essere Kylo Ren!

Una crescita maiuscola per questo personaggio, a due terzi di film ti trovi a fare il tifo per lui con “ola” spontanee in sala, per poi odiarlo come non mai. Grande merito va al migliore attore presente nel cast, Adam Driver, capace di dare spessore a ogni asperità del personaggio. Snoke diventa un semplice strumento per la nascita del vero villain, nessuno se lo aspettava anche se molti ora dicono il contrario. Ma la scena che davvero mi ha convinto è l’ultima con Luke, quel breve e bellissimo momento in cui si ritrova a guardare i due Soli di Tatooine e tu spettatore, con le lacrime agli occhi, sai cosa sta per succedere. E, questa volta, succede. Star Wars non è più la storia di Anakin, non è più la storia di Luke, non è più la storia di Sith e Jedi. È la storia di quei bambini nel finale, che si raccontano il duello tra Luke e Kylo Ren e poi trasformano una scopa in lightsaber. Star Wars doveva distruggere la sua mitologia perché il mito continuasse, i mujahidin da tastiera se ne facciano una ragione. Che la Forza sia con noi!

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